C'erano una volta i muri. E ora?

Le mura di Gerico

Giosuè con i suoi uomini e accompagnato dai sacerdoti che traspor­tano l'Arca, giunge sotto le mura di Gerico. L'esercito di Giosuè per sei giorni marcia attor­no alle mura della città suonando le trombe e por­tando l'Arca. Gli abitanti di Gerico odono il ru­more della marcia cadenzata e il suono terrificante delle trombe d'Israele. Al settimo giorno le mura di Gerico crollano e Israele occupa trionfalmente la città.(Giosuè 6,1-16)




Dal Gigante egoista di Oscar Wilde

"(...) Così scese furtivamente e aprì senza rumore il portone di fronte, uscendo dal giardino. Ma quando i bambini lo videro si spaventarono talmente che scapparono via, e nel giardino ritornò l'Inverno. Soltanto il bambino più piccolo non fuggì perché aveva gli occhi così pieni di lacrime che non poté vedere il Gigante avvicinarsi. E il Gigante gli si avvicinò da dietro, lo prese gentilmente per mano e lo sollevò sull'albero. E l'albero fece immediatamente sbocciare i fiori, e gli uccelli si posarono cantando sui rami, e il bambino tese le braccia e le gettò al collo del Gigante e lo baciò. E gli altri bambini, quando videro il Gigante che non era più cattivo come un tempo, tornarono di corsa e con loro tornò la Primavera. "Bambini, il giardino è vostro ora" disse il Gigante, e prese una grande scure e abbatté il muro. E alle dodici, quando la gente uscì per andare al mercato, trovò il Gigante che giocava con i bambini nel giardino più bello che avessero mai visto".

Da Avvenire del 1 Novembre 2009

"Cadde in modo repentino il Muro.
Helmut Kohl era in visita ufficiale in Polonia. Il capo dei servizi segreti di Bonn Hans- Georg Wieck a Washington. Apprese dalla tv che i berlinesi, dell’Est e dell’Ovest, festeggiavano tutti insieme per le strade il crollo del Muro. Certo da oltre un mese in quel lontano 1989 i dimostranti a Lipsia chiedevano libertà, tenevano sit- in in una chiesa ogni lunedì e chiedevano aperture sociali. Ma Berlino era Berlino, contraddizione e fulcro dello scontro Urss- Usa. Tutto più inquadrato, sotto controllo. Il regime che da poco aveva « licenziato » Honecker e portato alla guida il più moderato ma oscuro Egon Krenz, era convinto che sarebbe sopravvissuto.
Pochi mesi prima si parlava di un Muro che sarebbe stato al suo posto « ancora per 50 anni » . Quando Gorbaciov varò la perestrojka e revocò la dottrina Breznev, i gerarchi della Ddr risposero laconici per bocca di Kurt Hager: « Se il tuo vicino restaura il suo appartamento, non è detto che debba tappezzare la tua stanza » . L’intelligence dell’Ovest vedeva crepe, ma non sapeva nulla di quanto succedeva nel Politburo. La cronaca di quella sera parla di una conferenza stampa, un comunicato letto da un incredulo Günter Schabowski in cui si diceva che non servivano più permessi speciali per superare i il confine lungo il Muro. Poi il tam tam, la gente che spingeva ai posti di frontiera e le guardie che aprono i cancelli. « Se spariamo ci impiccano al pennone » , disse uno dei capi. Nessuno sparò. Alle 0.02 secondo i rapporti della polizia dell’Est tutti i passaggi di frontiera erano aperti. Il Muro era caduto 28 anni dopo la posa del primo blocco, il 15 agosto del 1961".


Oggi sono passati vent'anni da quel  9 novembre del 1989, quando fu abbattuto il Muro che divideva Berlino, segno di un'Europa e di un Mondo diviso tra Est e Ovest, tra democrazia e regimi totalitari.
Ma tanti muri sono costruiti ogni giorno: il muro dell'intolleranza, del sospetto, della povertà, della discriminazione, del fanatismo, del disprezzo della dignità umana, e ...
Quante Gerico da conquistare! Quanti muri da abbattere!

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