Ecumenismo: dialogo per l'unità

La storia del cristianesimo è popolata di grandi testimonianze di fede ma anche di fratture. Molto profonda quella che si consumò nel XVI secolo portando alla Riforma protestante.
Anche se le sue radici andrebbero ricercate nei secoli precedenti, comunemente la sua data di nascita viene fatta coincidere con la pubblicazione sulla porta della Cattedrale di Wittemberg in Germania, delle cosiddette 95 tesi da parte di Martin Lutero. Con quel gesto l’allora monaco agostiniano intendeva contestare la pratica delle indulgenze e in generale l’opera della Chiesa, rifiutando di fatto l’autorità della sede di Roma, del Papa.
Dalla sua ribellione sarebbero nate diverse comunità ecclesiali, legate alla Riforma ma tra loro differenti. Oltre alla Chiesa luterana, vi si riconoscono ad esempio quelle Riformate legate soprattutto all’insegnamento di Calvino mentre in Italia la più numerosa è la Chiesa evangelica valdese, dal nome del suo ispiratore Pietro Valdo.
Le differenze tra protestanti e cattolici sono profonde e riguardano sia l’organizzazione della Chiesa che la teologia con concezioni molto diverse, ad esempio, riguardo i ministri di culto e i sacramenti. Da questo rapidissimo viaggio emerge come i cristiani siano tra loro divisi.
Esiste però, soprattutto a partire dal XX secolo, un forte movimento di credenti impegnati a lavorare per ricomporre le divisioni in unità.
Si chiama ecumenismo e la nostra Chiesa cattolica, senza voler rinunciare per questo al suo immenso patrimonio di fede e alle sue tradizioni vi è impegnata in prima persona sin dal Concilio Vaticano II. Basti per tutti ricordare l’enciclica Ut unum sint di Giovanni Paolo II e i ripetuti interventi di Benedetto XVI.
Ma anche papa Francesco tra i primi gesti del suo pontificato, ha voluto ci fosse l’incontro con i delegati delle altre Chiese cristiane.

Da Popotus del 28 marzo 2013

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