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Visualizzazione dei post da dicembre, 2013

La preghiera delle cinque dita

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Papa Francesco quando era in Argentina scrisse una preghiera per insegnare a pregare. Eccola: Una preghiera per ogni dito della mano 1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è "un dolce obbligo". 2. Il dito successivo è l'indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere. 3. Il dito successivo è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica... Hanno bisogno della guida di Dio. 4. Il quarto dito è l'anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debol

Il valore di un abbraccio

A Natale, ricordiamo l’incontro di Dio con l’uomo, un incontro che diventa un abbraccio. Un Dio che nasce nel silenzio, povero tra i poveri, umile, e che si fa carne, bambino che dipende dagli altri. «Dio si è fatto uomo perché l’uomo si faccia Dio. Il Natale è la certezza che la nostra carne in qualche sua radice è santa, che la nostra storia in qualche sua pagina è sacra. E nessuno può più dire: qui finisce l’uomo, qui comincia Dio, perché Creatore e creatura sono abbracciati. Finito e infinito sono dentro di noi in miscela prodigiosa per intensità di progetti, per vigore di trasformazione. Dio si è fatto uomo perché l’uomo si faccia Dio. Non potevamo desiderare avventura maggiore. Natale è davvero l’estasi della storia» (Ermes Ronchi). Se l’Epifania rappresenta la ricerca di Dio da parte dell’uomo, a Natale è Dio che cerca l’uomo e lo incontra in un abbraccio. Perciò anche noi uomini siamo chiamati ad amare tutta l’umanità di Cristo per poter giungere alla sua divinità. Dobbiamo

Quando è "nato" il Natale?

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Quando è nata la festa di Natale? Qualcuno penserà che stia vaneggiando, ma la domanda non è assurda. Non conosciamo, infatti, la data della nascita di Gesù. Ma... Vi propongo l'articolo di Raymond Winlig pubblicato su Avvenire del 24 dicembre 2013. La data esatta del giorno della nascita di Ge­sù non è conosciuta. Su questo punto, i Vangeli dell’infanzia non danno alcuna informazione precisa. Clemente d’Ales­sandria menziona i calcoli approssimativi di gruppi di cristiani a proposito di questa data: per gli uni sarebbe il 19 o 20 aprile, per altri il 20 maggio. Egli riferisce inoltre che i discepoli di Basilide consideravano il 6 gennaio come data del battesimo di Gesù, nonché della sua nascita, costi­tuendo il battesimo, secondo loro, l’adozione di Ge­sù a Figlio di Dio. Giuliano l’Africano (prima del 221) designa il 25 marzo giorno dell’annunciazione e del­la morte di Cristo, per cui conclude che la nascita di Gesù dovette avvenire verso la fine del mese di di­cembre. Il com

Buon Natale, amico mio

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Buon Natale, amico mio: non avere paura. La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese. E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte. Non avere paura, amico mio. Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi. Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te. Tonino Bello

Immagini del "convegno" delle classi terze

Alcune immagini dai "convegni" delle classi terze sul tema di cui vi ho già scritto  (cliccate qui ).

Unità di lavoro per le classi terze sul ruolo della donna nelle religioni

Pubblico l'unità di lavoro pensata per le classi terze sulla base delle Nuove Indicazioni Nazionali. Classe terza_unitàdilavoro1

Quando l'ideologia prevale sulla legge

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Questione dibattuta quella della presenza dell'IRC (insegnamento della religione cattolica) nella scuola pubblica. Altrettanto spinosa la questione relativa alla valutazione di questa materia. A volte il buon senso non riesce a prevalere sui preconcetti e le posizioni ideologiche. Da Avvenire del 14 dicembre 2013. «Tardo pomeriggio, aula magna di un prestigioso liceo di una grande città. Il collegio docenti si sta protraendo oltre il tempo previsto. È da tre ore che si discute di molte cose (incarichi aggiuntivi ai professori, viaggi di istruzione, insegnamento sperimentale di alcune materie in inglese...), molti colleghi sono stanchi (sono ormai le 18, dopo una mattinata di scuola), finché si arriva a trattare il punto dell’ordine del giorno relativo ai criteri per l’attribuzione del cosiddetto 'credito scolastico'. Si tratta di quel punteggio che contribuisce ogni anno a determinare la media finale della valutazione di ogni alunno, media che a sua volta andrà a comp

Lo dicono anche gli alunni: l'ora di religione offre un contributo alla formazione della persona.

Ecco il Messaggio della Presidenza Cei per la scelta dell’Irc a scuola per l'anno scolastico 20014/2015. «Cari studenti e cari genitori, anche quest’anno sarete chiamati a decidere se avva­lervi o non avvalervi dell’insegna­mento della religione cattolica. Si tratta di un servizio educativo che la Chiesa offre alla scuola italiana in conformità a quanto stabilito dal­l’Accordo del 18 febbraio 1984 che ha modificato il Concordato Late­ranense e dalle Intese attuative che negli anni si sono succedute. Nel quadro delle finalità della scuola, cioè aderendo agli scopi educativi che motivano l’esistenza delle scuo­le di ogni ordine e grado in Italia, l’insegnamento della religione cattolica consente a tutti, a pre­scindere dal proprio credo reli­gioso, di comprendere la cultura in cui oggi viviamo in Italia, così profondamente intrisa di valori e di testimonianze cristiane. Parlando a un gruppo di studenti, papa Francesco ha ricordato che «la scuola è uno degli ambienti educa­tivi in

Uniti per la costruzione della pace

Per introdurci alla nuova unità di lavoro vi propongo questo video che ricorda l'incontro, promosso da Giovanni Paolo II, tra i rappresentanti delle varie religioni. Era il 1986 ed eravamo ad Assisi. La preghiera unì allora tutti gli uomini di buona volontà e rappresentò un forte richiamo  al ruolo delle religioni per la costruzione della pace. Assisi è stato il simbolo, la realizzazione di ciò che deve essere il compito della Chiesa in un mondo in stato flagrante di pluralismo religioso: professare che la pienezza della rivelazione è in Gesù Cristo, morto e risorto per la salvezza di tutta l'umanità,  e testimoniare l'amore di Dio per ogni uomo. Nello stesso tempo ritenere anche che ogni religione è una via misteriosa per arrivare a Dio. 

Natività versione 2.0

In preparazione al prossimo Natale vi propongo il videoclip "Emmanuel" che mette in scena la natività trasposta nel 2013. La canzone è dei Glorious, primo gruppo francese di musica pop cristiana.

Il desiderio dei ragazzi? Un amore per sempre

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Questa volta propongo una riflessione per noi genitori, tratta da Noi, Genitori & Figli , supplemento di Avvenire del 24 novembre 2013. Il primo sabato c'erano circa quattrocento ragazzi delle scuole medie, il secondo i ragazzi delle scuole superiori erano, approssimativamente, duecentocinquanta. ll titolo dei due incontri: “I miei genitori sono degli Ufo". Sono arrivati preparati, i loro animatori mi avevano precedentemente inviato centinaia di domande - rigorosamente anonime- sull'argomento genitori-figli, domande scritte dai ragazzi direttamente, alle quali avrei dovuto dare una qualche "risposta". Quelli delle medie hanno chiesto di tutto, persino «perché il mio papà è un brontosauro?». Ma in modo particolare alcune domande ritornavano continuamente, riguardavano la loro identità di figli accolti, o accolti-con-riserva: «Se io facessi qualcosa di sbagliato, i miei genitori mi amerebbero lo stesso?»; «Come posso essere il figlio che desiderano?»; «Perch

Parlaci dell'insegnare (e dell'imparare)

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Spesso vi dico, cari alunni (che mi sopportate) che neanche il più bravo insegnante può fare quello che è compito vostro. Insegnare è uno dei "mestieri" più difficili del mondo perché ha a che fare con la libertà: la vostra. Noi insegnanti non possiamo costringervi ad imparare; nessuna tecnica o strategia può costringervi a fare dell'apprendimento un qualcosa di vostro, di personale. Le tecniche e le strategie possono contribuire all'addestramento, ma la scelta di farsi "trasformare" da ciò che vi viene proposto dipende solo da voi. Certamente il nostro compito è rendervi questa scelta più facile, è accompagnarvi a cogliere la bellezza del conoscere, ma non più di questo. Perché ognuno di voi conoscerà solo ciò per cui è disposto a fare sacrifici, rinunciando alla quiete apparente delle proprie certezze o della propria ignoranza. Vi lascio questo bellissimo brano tratto da Il Profeta di Kahlil Gibran . « Allora disse un maestro: Parlaci Dell'Ins

In ricordo di Nelson Mandel

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L’uomo che insegnò alla sua gente a perdonare per sconfiggere l’odio di Giorgio Ferrari in Avvenire del 7 dicembre 2013 Perdono e riconciliazione. Da un uomo che ave­va trascorso un terzo della propria vita in carcere ci si poteva con qualche legittimità aspettare u­na rivincita fondata sulla violenza e sulla ven­detta. Ma Nelson Rolihlahla (letteralmente: colui che pro­voca guai) Mandela, l’uomo che dal 1962 al 1990 era ri­masto dietro le sbarre e dieci anni prima aveva rifiutato l’offerta della scarcerazione dal premier Pik Botha in cam­bio della rinuncia alla lotta armata – fece inaspettata­mente una scelta diversa. Di fronte a questo leader testardo e a tutti gli effetti indi­struttibile rimesso in libertà dal nuovo premier Frederik de Klerk, stavano due popoli dalle disuguaglianze inim­maginabili e dalle aspettative altrettanto opposte: da una parte il vasto pelago della moltitudine nera, gli zulu e gli xhosa, che un regime anacronistico e spietato come quel­lo dell’apart

Dalla comunità alle regole: proposta didattica per le classi seconde della scuola media

Con la speranza di offrire un piccolo contributo ad una didattica per competenze anche per l'IRC, pubblico l'unità di lavoro pensata per le classi seconde della scuola media. Classe seconda_unitàdilavoro1

Vivere non vivacchiare

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Con questa espressione papa Francesco si è rivolto ai giovani universitari degli atenei romani incontrati nella basilica vaticana per celebrare i vespri di Avvento. «Non spettatori ma protagonisti» nelle «sfide» del mondo contemporaneo. Non mediocri o annoiati, non omologati. «Non si può vivere senza guardare le sfide», «non state al balcone, lottate per dignità e contro la povertà». Questo lo stile di vita che il papa latinoamericano ha proposto ai giovani, aggiungendo. «Vivere, mai vivacchiare», e «non lasciatevi rubare l'entusiasmo giovanile». Chiaro è il riferimento ad un giovane diventato beato, Pier Giorgio Frassati che così nel 1925 scriveva all'amico Bonini: « Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma vivacchiare » Per conoscere Pier Giorgio vi invito a cliccare sulle immagini.